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Uno sguardo al futuro: i Biocarburanti

scarti di legno

Uno sguardo al futuro: i Biocarburanti

I biocarburanti sono carburanti organici, estratti dalle biomasse, in grado di sostituire la benzina e il diesel.

Le materie prime utilizzabili sono molte, occorre però fare una distinzione tra le coltivazioni appositamente create di canna da zucchero, grano, mais, olio di palma e le cosiddette Biomasse residuali ovvero tutti quegli scarti di produzione che possono essere valorizzati per la produzione di biocarburanti di seconda generazione, come residui di coltivazioni agricole e forestali, residui di lavorazione delle industrie agrarie e agro-alimentari fino ai rifiuti urbani.

Dopo l’entusiasmo iniziale si è aperto un ampio dibattito in merito alla produzione dei biocarburanti e alle possibili conseguenze ambientali e climatiche delle coltivazioni massive, per non parlare del dilemma etico riguardo il cambio di destinazione d’uso dei suoli e l’impiego di materie prime destinate all’uso alimentare.

Analisi e dibattiti hanno portato ad una revisione della Direttiva 2015/1513 del Parlamento Europeo e del Consiglio che prevede la ridefinizione degli obiettivi di produzione di biocarburanti fissati per il 2020 ed ottenuti da colture vegetali, a favore di quelli prodotti da materiale lignocellulosico e soprattutto dagli scarti agricoli ed urbani.

In Italia questa ridefinizione degli obbiettivi si è concretizzata con la modifica del sistema incentivante che, dal 2013, premia maggiormente impianti ad energia rinnovabile alimentati con sottoprodotti (DM 6 luglio 2012).

L’utilizzo dei propri scarti di produzione per produrre energia è sicuramente una prospettiva molto interessante che può essere attuata in molti settori produttivi, tanto che negli States l’industria delle bevande alcoliche sta già avviando una serie di operazioni volte all’uso degli scarti dei liquori come fonte del proprio sostentamento, riducendo così l’impatto su ambiente e costi operativi: un esempio è la Magic Hat Brewing Company con i suoi 200.000 barili di birra all’anno sta già utilizzando gran parte dei suoi residui di lavorazione per creare biogas, con un rapporto “waste to product” di 2 a 1.

Esistono quindi molte alternative all’utilizzo di coltivazioni dedicate e i vari Stati stanno avviando progetti di sviluppo circa le metodologie più idonee alla trasformazione dei vari materiali per un futuro di riutilizzo e riciclo sempre più efficiente e imprevisto come, ad esempio, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che sta finanziando con 4,9 milioni di dollari un programma triennale Advanced Research Projects Agency-Energy per produrre biofuel dagli scarti di lavorazione del tabacco.

Edited by Martina Andreoni

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