Dalla bonifica alla reindustrializzazione uno studio di Confindustria mostra che è possibile
Il recente studio pubblicato da Confindustria in merito alle bonifiche nei siti di interesse Nazionale ha evidenziato la necessità di una connessione con un piano di reindustrializzazione che porterebbe all’incremento
– del 13% dell’occupazione nelle aree interessate;
– dello 0,14% dell’IVA sulle opere da realizzare;
– dello 0, 13% della produzione industriale delle aree interessate.
Si tratta di interventi di importanza rilevante se rapportati alle stime di Legambiente che ha censito ad oggi 57 siti evidenziando 155mila ettari di territorio italiano contaminato.
Alla luce di questi dati le proposte del presente documento risultano particolarmente interessanti nell’ottica, non solo di liberare i nostri suoli da alcuni dei veleni più pericolosi quali scorie di fonderia, sali da rifusione di alluminio, i fanghi, le morchie oleose, gli oli esausti, le melme acide, le ceneri da incenerimento, le polveri di abbattimento fumi della siderurgia, i pesticidi, Ddt, arsenico e mercurio, ma di riuscire attraverso questi interventi a creare un ulteriore valore aggiunto, nonché un incremento di produttività in grado di innescare un volano virtuoso di crescita, non solo per le aree interessate ma anche per l’indotto e l’intero sistema produttivo nazionale.
Il documento in .pdf è scaricabile QUI.
Edited by Martina Andreoni