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Crisi e Ambiente

Un nuovo modo di pensare il rapporto uomo e natura

Crisi e Ambiente

Stiamo vivendo probabilmente la più importante crisi del secolo sulla quale tutto e il contrario di tutto è già stato scritto.

Personalmente sostengo che le crisi non facciano altro che accelerare i processi che erano già in atto prima che queste esplodessero. La questione della sostenibilità ambientale rientrava all’interno di quei processi.  Per quaranta anni gli scienziati di tutto il mondo ci avvisavano dei cambiamenti climatici di origine antropica, basti pensare che L’ IPCC (Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) è stato istituito nel 1988, ma la nostra società globale non era aperta ad ascoltare il problema. Invece nell’ultimo decennio, ciò che per tutto il Novecento era rimasto sullo sfondo, le società del globo avevano iniziato a prendersi carico della salvaguardia dell’ambiente. Se guardiamo al pianeta risulta evidente che l’utilizzo tecnico della natura in ottica antropica abbia portato ad una devastazione globale. Città che inquinano con qualsiasi sostanza i suoli, le falde, i fiumi, i mari e le persone o le aziende che utilizzano qualsiasi genere di sostanza nociva all’ambiente pur di salvaguardare il proprio lavoro ai fini del profitto. Probabilmente non basterebbero cinquanta anni di fermo industriale per rinaturare gli spazi antropizzati e non è nemmeno sensato auspicarsi che ciò accada. Osservando la tendenza però, sembra che quel complesso di sistemi finanziari, laboratori di ricerca, persone, aziende, trasporti, cerchi di prendersi carico del problema ambientale. Ciò significa iniziare a pensare ed agire tenendo sempre ben presente che il pianeta è uno ed ogni nostra azione influisce sulla sua tenuta. Il nostro agire pratico e tecnico sulla natura non deve essere guidato dall’idea dello sfruttamento ma piuttosto da un equilibrio co-abitativo tra uomo e natura. Da questa crisi dovremmo imparare che cooperazione, collaborazione e co-abitazione con ciò che è altro da noi sono l’unica via da seguire per un futuro sostenibile.

In questa ottica è da segnalare la mission di BioDea, azienda che attraverso i suoi prodotti vuole rendere l’agricoltura sostenibile. L’ Agenzia governativa australiana per la ricerca scientifica su innovazione e tecnologia ( CSIRO), ha pubblicato una ricerca scientifica dell’università di Pisa redatta dal Professore Roberto Cardelli e Dr. Michelangelo Becagli del Dipartment of Agriculture,Food and Environnement (DAFE) sul Distillato di legno BioDea dalla quale emerge che attraverso l’utilizzo del prodotto BioDea il terreno ne risulta ricco di attività microbica che va a migliorarne la qualità.

Conducendo il fare tecnico verso una integrazione con la natura, potremmo instaurare uno stile di vita che permetta di progredire in modo sinergico e sostenibile. Questo non deve rimanere un vuoto slogan perché per sfamare masse di miliardi di individui che vivono consumando dentro ecosistemi artificiali, non è più concesso dimenticare l’unicità del nostro pianeta ma è il momento di prenderci cura di questa relazione uomo-ambiente. La pretesa di rimanere al di fuori della natura e di sfruttarla indistintamente come fondo di risorse non lo era prima e non è adesso più praticabile. Quello che serve ora non è sentirsi colpevoli per i danni ambientali che abbiamo commesso ma responsabili, acquisendo consapevolezza per sviluppare una maggiore responsabilità ambientale.

 

Edited by Saverio Barbagli

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