Dalle pareti verticali alla coltura idroponica, il futuro è sempre più green focused
Il futuro è sempre più green ma soprattutto smart e sostenibile, almeno per quanto propongono scienziati ed inventori da tutto il mondo.
Era iniziato nel 2014 con il progetto tutto italiano “vertical forest”, realizzato a Milano dall’architetto Stefano Boeri e vincitore del premio “Best Tall Building Worldwide”, una novità che oggi ha conquistato la Cina e aperto le porte a questo tipo di soluzione in via di realizzazione in tutto il mondo.
Questa nuova architettura, oltre a valorizzare le nostre città, attraverso la costruzione di green building eco-sostenibili, offre la possibilità di una riqualificazione urbana ed ambientale, applicabile più che mai anche a strutture già esistenti dismesse e riqualificate, dimostrando che le nuove smart cities sono sempre più prossime.
Il passo successivo è la vertical farming che introduce il concetto di tecnologia volta all’eliminazione della distanza tra produzione agricola e consumo di cibo, una novità importante che comporta una significativa ottimizzazione dei trasporti e una conseguente diminuzione degli sprechi.
Le fattorie verticali sono infatti luoghi di produzione di specie vegetali che crescono in ambiente controllato, privo di terreno. Si sviluppano in verticale e per questo sono particolarmente adatte ad essere realizzate in ambito urbano, dimostrando un’adattabilità disarmante, come nel caso più noto dell’ex rifugio antiaereo di Londra.
Qui la rivoluzione è ancor più evidente se pensiamo che sarebbero sufficienti 50 edifici di 30 piani, con base di mezzo isolato, dedicati al vertical farming per garantire alla popolazione di New York il 50% del suo fabbisogno attuale di proteine.
L’inventore statunitense Dickson Despommier, che ha presenziato alla fiera Aquafarm lo scorso gennaio a Pordenone, promuove da oltre 15 anni il vertical farming, incoraggiando studi, tenendo conferenze e scrivendo articoli su questa tecnica che, non richiedendo superfici vaste per ottenere grandi quantità di prodotto, in autonomia dall’ambiente esterno, si presta ad integrarsi negli ambienti urbani ottenendo la produzione di cibi sani con bassissime o nulle richieste logistiche, per il consumo sul posto.
Non si tratta solo di un nuovo modo di coltivare, ma di eliminare gli sprechi e massimizzare le risorse energetiche e territoriali con un notevole vantaggio economico per le società agricole che adottano queste nuove soluzioni, un esempio è la società Growing Power, con sede in Wisconsin, che è riuscita a implementare la funzionalità e l’efficienza delle sue serre associando agli spazi di coltivazione alcune soluzioni che la rendono autosufficiente, come l’utilizzo di impianti a coltivazione idroponica, che inizialmente sfruttano le feci dei pesci presenti nell’acqua come alimento per le radici e successivamente restituiscono all’impianto, grazie ai processi di fitodepurazione delle stesse piante, acqua pulita e ossigenata, utile al ciclo di produzione.
Edited by
martina Andreoni
Sources:
http://www.green.it/agricoltura-verticale/